Immaginare un pianto che diventi mare…lacrime diventare pioggia…e la sete che aumenta nel dolore di una costrizione…un chiodo, una vecchia croce,una goccia di sangue e tanta…sete. Il pianto di una donna trasformato in acqua sorgiva da cui attingere per dissetare l’umanità. Così, un uomo spera nella purezza cristallina dell’uomo dopo essersi sacrificato per esso…non vuole placare la speranza di un umanità più equanime. Così, con un tono più autoritario pronuncia ai giusti il suo consenso per la loro limpidezza. Donne trasparenti come l’ acqua, dove traspare tutto, dove il lamento è un dolce assopirsi sulla superficie del manto acquatico, per poi adagiarsi negli abissi per ascoltare …il silenzio… questo è ETHRA.
Ma Ethra è anche...alzare gli occhi al cielo, camminando a testa alta...guardando la trasparenza delle cose...cosa che pochi sono abbituati a fare ...poichè è più facile camminare col capo chino, accettando tutto ciò che arriva per travolgerli... un mondo di automi che aspetta il giorno dopo ed il giorno dopo ancora, sperando di passare inosservati... Ethra... Ethra... Ethra...
1 commento:
Ciao Davide,
mi piace molto questa nuova installazione, la trovo molto evocativa, onirica. Pensavo che sarebbe molto bello non limitare queste presenze solo ad alcuni episodi lungo i percorsi stradali, ma estenderle a tutta la superficie che sta sopra la testa dei passanti, andando da un lato all'altro della strada, in modo se vuoi più "invasivo". Sarebbe proprio come camminare sotto la superficie del mare, a me piacerebbe molto camminare in una strada così. Ciao e buon lavoro
Alice
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